Arisan

Regia: Nia Di Nata
Indonesia, 2003



Sakti è un giovane architetto rampante che fa parte della classe ricca di Giacarta. In tutti i modi cerca di nascondere a sua madre e alle sue due migliori amiche, Meimei e Andien, il fatto che lui è un omosessuale. Soprattutto dopo che incontra e si trova attratto da un produttore televisivo, Nino. Il loro amore crea scandalo e intorno ai ragazzi nascono un mare di pettegolezzi. Nel frattempo Meimei scopre che non può avere bambini e viene lasciata dal marito, Andien non fa altro che buttarsi in relazioni autodistruttive.

In Indonesia l’omosessualità è tollerata. Non suscita proibizioni, né reazioni razziste, non è vietata come nella vicina Malaysia. E’ tollerata, il che vuol dire che i gay possono vedersi in locali dedicati a loro, la rigidità dettata dagli strascichi della dittatura di Suharto si sta allentando, ma la situazione rimane comunque scottante. Tollerata non vuol dire accettata. E infatti in questa illusoria libertà sessuale, un bacio omosessuale non era mai stato visto su grande schermo. A rompere questo tabù ci ha pensato il giovane regista Nia Di Nata alla sua opera seconda, Arisan, dopo un passato impiegato a produrre opere per la televisione e dopo un’opera prima che ha avuto scarsa visibilità, Ca-Bau-Can, girata nel 2002.

La storia di questo gruppo di amici, benestanti, alle prese con il lavoro, le amicizie, la famiglia, le conquiste amorose, è stato presentato la prima volta in un cinema di Giacarta. Le cronache raccontano di risatine imbarazzanti, ma non ci sono state scene eccessive in grado di turbare gli animi. D’altra parte il fatto che la censura non ha tagliato la scena incriminata - in realtà poca cosa, solo uno sfiorare di labbra - è già un segno preciso del cambiamento dei tempi.

Il film tratta l’argomento con semplicità e delicatezza, evitando situazioni piccanti o scabrose, e si concentra tanto sulla vita sentimentale del giovane gay Sakti, tanto sulle sue due amiche, che nel momento in cui il giovane architetto viene sommerso da pettegolezzi, si vedono costrette ad affrontare situazioni drammatiche, sempre in ambito sentimentale. Sempre con piglio ironico e piacevole, il giovane regista dimostra di saper usare con intelligenza e coraggio il materiale umano cui dispone, rende simpatici i protagonisti, tanto che la vicenda risulta essere molto divertente da seguire, con pochi attimi di noia. Con qualche debito nei confronti del Banchetto di nozze di Ang Lee, del 1993, Nia Di Nata confeziona una comedy classica, che concede veramente poco all’esotismo a tutti i costi. Che il film sia ambientato in Indonesia si capisce da pochi elementi, ma per il resto, il film potrebbe benissimo essere ambientato in America o in qualunque altra zona del mondo. Il che non è necessariamente un male.
Vincitore nel 2004 del Singapore International Film Festival e del San Francisco International Lesbian and Gay Film Festival.

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