...Ing

Regia: Lee Eon-hee
Sud Corea, 2003



Al centro della storia una ragazza, Min-Ha, colpita da una malattia genetica incurabile che presto la porterà alla morte, a cui la madre non ha mai trovato il coraggio di rivelare la gravità della situazione. Min-Ha non riesce ad avere rapporti sociali per il complesso generato dall’avere una mano deforme. Nella sua vita si inserisce il giovane Young-Jae: un ragazzo di qualche anno più grande della protagonista, appassionato di fotografia, che cerca di conquistarla con ogni mezzo.

Ing è molte cose, ma prima di tutto è un film che trascina lo spettatore in un vortice di emozioni contrastanti. Un film toccante. Una commedia commovente, un dramma agrodolce che dà la possibilità di riflettere sui rapporti umani, sulla solitudine, sulla malattia. Certo non cupo o disperato, ma, anzi, tenue, nei suoi colori accesi, nei movimenti di macchina dolci e “leggeri” come i passi dei ballerini di danza classica che Min-ha ammira dal televisore; …Ing è un film sensibile, per niente patetico, pieno di freschezza e grazia.
La giovane regista Lee Eon-hee, appena ventottenne, con all’attivo un paio di corti, gira con piglio sicuro e deciso. Sa lasciarsi andare a malinconie adolescenziali, ai sogni di amore passionale della giovane Im Su-jung, sa gestire i tempi alla perfezione, tra piccoli drammi quotidiani, e molto umorismo, ma soprattutto ha il dono raro di immergere completamente lo spettatore, già dai primissimi minuti di film, all’interno di una famiglia e del dramma che sta vivendo. Perfetta per il ruolo Im Su-jung – in Italia l’abbiamo vista nel ruolo di una sorella nell’horror A Tale of two sisters - cui è difficile resistere al fascino vulnerabile - premiata giustamente come migliore attrice esordiente nel 2003. Alla giovane viene affiancata la veterana Lee Mi-sook, nel ruolo difficile della mamma, fragile e determinata a non lasciarsi vincere dalla disperazione ma decisa a far vivere a sua figlia una quotidianità fatta di piccole cose preziose: uno shopping, una passeggiata, un cinema; piccole grandi discussioni come ce ne possono essere solo tra madre e figlia assumono qui un significato profondo: godere del presente è l’unica via per chi sa che non ci sarà un domani. I duetti delle due donne sono irresistibili per dolcezza ed intensità. Alla fine è impossibile trattenere le lacrime, soprattutto per il finale colmo di poesia che la regista orchestra con straziante abilità.
Se fosse un quadro, …Ing sarebbe uno di quei piccoli ritratti in acquerello da mettere davanti ad una finestra luminosa, da cui si vede il mare. Magari quello delle Hawaii.
Il titolo si riferisce al presente progressivo della lingua inglese.

Commenti

  1. "…Ing è un film sensibile, per niente patetico, pieno di freschezza e grazia."

    Considerato il genere mi sembrano degli ottimi motivi per recuperarlo..poi Im Su-jung è semplicemente meravigliosa ^__^

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  2. E' nella mia collezione privata di film orientali ed ho sempre voluto vederlo.
    Questa tua recensione me l'ha ricordato!

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